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Ho passato un fine settimana con tre bambine di età compresa fra 3 mesi e quattro anni. Sono le figlie del mio cuginastro. Mio cugino e la famiglia erano quì per un matrimonio e ne hanno approfittato per fare i turisti. Infatti vivono vicino a Parigi. Era più di un anno che non li vedevo, e ovviamente ho conosciuto la piccolina. Sono stancanti, ma mi hanno fatto tanto crescere la voglia già esistente di avere un bambino mio. Per adesso mi sono solo divertita a giocare con loro. Adoro le bambine e la moglie di mio cugino, è troppo dolce. E mi sa che a fine giugno vado a trovarli, sono stati tanto carini che mi hanno invitato...
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Uscendo da lavoro sono passata in un negozietto troppo carino, in cui avevo già comprato dei quadretti altre volte. La tipa che c'è al negozio mi sta troppo simpatica, ogni volta le chiedo del figlioletto e le si illuminano gli occhi e mi racconta le ultime marachelle della peste. Oggi mi ha detto che l'altro giorno il bambino ha morso un compagnetto d'asilo perchè non gli dava la pistola fatta coi Lego... Anche stavolta ho comprato un quadro, che fa la sua bella figura in cucina sopra il tavolo, e due portacandele, uno per me e uno per Francesca. Tiro fuori il Bancomat perchè non avevo contanti con me, solo che purtroppo non funzionava la linea. Allora chiedo alla tipa, Stefania, se me li avesse tenuti (momento di panico: la dicitura corretta è "se me li terrebbe", "se me li avrebbe tenuti" , "se me li avesse tenuti" "se me li tenesse"o cosa?) sarei ripassata domani mattina. All'inizio mi dice "ok", poi non so perchè mi dice di portarmeli a casa, che magari mi avrebbe fatto piacere sistemarli stasera, e le dispiaceva che non potessi farlo per un guasto tecnico. Io dico di no, mi rifiuto per principio di prendere qualcosa che non è ancora mio, non voglio. Ma lei dice che si fida. Io ribatto che magari domani chissà cosa mi può accadere e magari non riesco a saldare il debito, e lei mi dice di non andare a pensare certe cose. E tanto dice e tanto fa che alla fine mi vedo costretta a prendere la busta con i miei bellissimi oggetti ( e ci tengo a sottolinearlo). Domani appena possibile andrò a saldare il mio debito. Però mi ha fatto piacere che esista gente che ancora si fida degli altri. Dopotutto (o "dopottutto"? oggi non vado d'accordo con la lingua italiana), la tipa non mi conosce. Io domani potrei benissimo non ripassarci, lei non lo sa. Però mi ha messo allegria.
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In un giorno cominciato male e proseguito peggio, ho capito cosa è l'estasi...
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Oggi, mentre facevo la spesa, ho incontrato una mia compagna di studi. Ci siamo salutate con un "ciao" freddo e distaccato, nonostante il mio abbozzo di sorriso. Ai tempi dell'università le ho voluto molto bene. Abbiamo studiato assieme. Ci siamo aiutate, o meglio, mi ricordo di averla aiutata molto (ma a volte si ricorda ciò che si vuol ricordare e probabilmente questo è uno di quei casi), e sostenute. Fino al nostro terzultimo esame, psichiatria. Ci eravamo ripromesse, in caso fosse andato male, di aiutarci vicendevolmente. Lei lo passò con un voto decente, io presi 20. Decisi di rifiutarlo (l'unico voto che abbia mai rifiutato). Il libro lo aveva lei. Passai il pomeriggio a tentare di chiamarla, non rispose. La cercai, non si fece trovare. Alla fine andai in biblioteca. Io ritentai l'esame e stavolta lo superai con un voto decente. Lei la incontrai dopo una settimana, assistendo a quello che era per lei l'ultimo esame. Mi salutò frettolosamente. Riuscii, non so nemmeno come, a laurearmi in quella stessa sessione. Io mi laureai il 29 luglio, lei il 28. La vidi alla mia laurea, mi salutò molto freddamente e di corsa. la rividi a dicembre, mentre facevo tirocinio in clinica. Lei passò a salutare. Salutò calorosamente il mio tutor e alcuni specializzandi. Io cercai di avere un approccio amichevole, le proposi se voleva vedere un elettrocardiogramma assieme, lei disse che era molto di fretta, salvo poi restare a parlare,o meglio ad ascoltare ciò che diceva il tutor per l'ora successiva. E allora ciò che sospettavo divenne certezza. ebbi la certezza di essere stata usata finchè le faceva comodo. ero decisamente più brava di lei, e, modestia a parte, per certe cose più sveglia. Ho avuto il dono di un cervello che immagazzina in pochissimo tempo tante informazioni, e ciò mi ha aiutata. Anzi, è stata la mia salvezza, assieme ad una madre testarda. Studiavo per un'oretta al giorno e nemmeno tutti i giorni, ma sono riuscita nel minimo del tempo necessario a portarmi a casa una laurea di cui non me ne poteva fregar di meno. E l'ho aiutata. Le ho passato appunti. Le ho spiegato ciò che non le era chiaro. Finchè le sono servita. Poi ciao. Non mi ha più cercata. E mi pare che quando mi vede mi saluti giusto per educazione. Perchè è molto educata, bisogna dargliene atto. All'inizio ci ho sofferto molto. Quando l'ho rivista oggi mi ha fatto pena. Con i suoi capelli in ordine freschi di parrucchiere, i suoi vestiti firmati e sicuramente costosi e quell'aria così seria in viso. Mi è venuto quasi da ridere. Mi ha dato l'impressione di una persona che pensa molto ad apparire e che per questo finge interesse per ciò che può essere considerato, come dire, "corretto". Dopotutto, gli internisti si credono Dio, e lei è internista. E io rido, pensando che se solo l'avessi voluto quel posto sarebbe stato mio. E lei che si crede chissà chi, con le sue maniere corrette, le sue amicizie giuste (ricordo che frequentava all'epoca solo figli di medici, io ero un'anomalia)... io so che sono superiore a lei. Immodestia? Sicuramente, ma anche consapevolezza.
E comunque, gente come lei mi fa pena. Perchè è gente con la puzza sotto il naso. E la gente così, a parte che pena, mi fa schifo.
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Io ci provo a stare arrabbiata con lui. Davvero. Poi cedo alla tentazione di andare a dirgli, arrabbiatissima, che è finita. E ci vado e lo vedo. E cavolo, nessuno mi ha mai guardata come mi guarda lui. Come se vedesse la cosa più bella del mondo. E poi ha quella faccia così tenera, da bambino felice. E come si fa a far finire una storia così? Io mi sciolgo solo a vederlo. E allora penso che tanto vale goderselo, finchè posso.
Inutile anche chiedersi perchè mi impantano in storie assurde. Almeno questa mi rende felice, quando non mi fa arrabbiare.
Solo che poi quando mi sale il malumore prende il sopravvento il mio lato spendaccione. Ho visto una bellissima giacchetta in pelle, ho paura solo a chiedere il prezzo. Quindi sono andata in libreria. Era una di quelle giornate in cui mi avrei comprato tutti i libri a disposizione. Alla fine ne ho preso 6. Ho deciso di dedicarmi alla scoperta di Murakami con "Kafka sulla spiaggia" ed alle "Estasi culinarie" di Burbery, passando attraverso "Vedova scalza" di Niffoi, "L'idiota" di Dostoevskij, "Il valzer degli addii" di Kundera finendo con "Il terzo gemello" di Ken Follet. Ho bisogno di mischiare vari generi. Da cosa inizio?
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Oggi ho assistito all'autopsia più divertente che mi sia mai capitato di vedere. Ma anche la più brutta. Divertente perchè a farla c'erano il Prof e il mitico ausiliario Antonio (è il suo nome, però è universalmente conosciuto con il suo cognome). Ricordo che Antonio all'inizio mi faceva paura. Somiglia molto a uno di quegli uomini primitivi, proprio come aspetto, a un australopiteco. Più che parlare, borbotta, e bisogna sforzarsi per capire cosa dice. Ho l'impressione che adori fare le autopsie, ci si butta con passione, si vede che è contento! Ne sa un sacco di anatomia, io credo di saperne un quarto di ciò che sa lui (e dire che ci ho speso mesi sul libro di anatomia, e l'ho odiato!). Era divertente vedere lui ed il Prof che discutevano su come fare, come tirare, e piano, e forte,e quì e lì. Antonio fingeva di ascoltare ma faceva di testa sua. E' sempre così, lui fa sempre di testa sua. Ed il Prof diceva:-Antonio è zelante, ma ha troppa fretta!-. E' anche vero che secondo me Antonio su tecnica delle autopsie ne sa molto più del Prof; e poi il Prof erano anni che non faceva un'autopsia, Antonio la sua trentina di autopsie l'anno se le fa. Io e Francesca ridevamo, con tutto il rispetto per il morto, ma gli operatori erano 2 macchiette!
E' stata la più brutta, fatta con i piedi, giusto perchè si doveva fare. Io credevo che al Prof piacesse fare autopsie, ma mi sono ricreduta. Si vedeva troppo che gli faceva schifo. L'autopsia è bella da vedere se uno la fa con "amore", ragionandoci... fatta tanto per fare è solo una sofferenza. Ho visto operatori che me l'hanno fatta apprezzare, ma il Prof me l'ha fatta sembrare solo un mero esercizio di macelleria.
E' inutile, le cose fatte solo per obbligo possono anche riuscire, ma sono una sofferenza...
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Leggevo un commento ad un post su un blog. Nel post l'autrice esprimeva nostalgia per i bei momenti passati, ed un lettore le ha scritto:-Benvenuta nella vita reale!-.
Paolo l'altro giorno mi fa:-Ma a te nella vita reale ti fanno a pezzi! Devi imparare a contare fino a 10 e a 100 se necessario, altrimenti non sopravvivi!-
Ho capito che esiste gente che considera la vita solo come un grande campo di battaglia, dove mors tua=vita mea. So benissimo che è anche questo, ma la dolce nicchia di amicizie e legami e affetti che ci si costruisce, come la vogliamo chiamare? sogno? Non mi pare appropriato. Evasione dalla realtà? Non direi. E' un'altra faccia della realtà, ma ciò non vuol dire che non esista. Forse Paolo pensa che, visto il modo in cui mi comporto, io sia sempre stata trattata con i guanti e sia venuta solo a contatto con persone buone e che mi volevano tenere lontano dalla brutalità del mondo. Forse crede che sia stata messa al centro di una specie di teca di vetro dove tutti sono stati buoni e gentili con me. Niente di più falso. E proprio perchè conosco la cattiveria e la prepotenza, ho voluto far di tutto per non creare attorno a me quello stesso clima che mi ha oppresso. Il fatto che per la maggior parte del tempo sia sorridente e abbia l'aria da svampita, non vuol dire che non abbia mai sofferto o non sia mai stata delusa. O che non sappia come ci si comporta "fuori". Che poi io, "fuori", sono una delle persone con cui è più difficile entrare in confidenza, perchè non mi apro facilmente. Se non conto fino a dieci prima di parlare, è perchè so che con certe persone non ne ho bisogno, con altre non mi fermo a dieci. Ma siccome Paolo mi vede solo in Istituto, pensa che sia così anche fuori.
Comunque, tutto questo per dire che la vita reale è fatta di cose belle e brutte e di situazioni diverse che vanno affrontate in maniera diversa.
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Morgana ha mangiato i figli della piantina grassa che aveo rinvasato. Pazienza. Solo che adesso ho paura per quando inizieranno a spuntare il giglio e la dalia, non vorrei facessero la stessa fina.
Ma quanto ci mette a nascere il basilico? Non è ancora spuntato nulla. Intanto la mia rosellina sta sviluppando. Sono contenta di questo. La sciarpa per Francesca è lunga una cinquantina di centimetri; spero le piaccia. Il lavoro per Giuseppina procede, non speditamente, ma procede. Ieri l'ho fatto vedere a Daniele e gli è piaciuto. Spero piaccia anche a lei. Forse per l'autunno è finito (magari fosse pronto prima!!!). Intanto devo riuscire a farmi una foto con la mia bellissima sciarpa, ma quando ho tempo non ho macchina fotografica e quando ho macchina fotografica o non ho tempo, o esco di un male che non vogli vista. Devo comprare una vaschetta per i gladioli, ne ho comprato 10 bulbi. Intanto sta cuocendo lo spezzatino; è piccantissimo! Buono.... E intanto la vita scorre. E io la sto lasciando andare. E nonostante questo, quando penso a ciò che succede attorno, mi rendo conto di quanto veramente sia fortunata. Non è un titolo scelto a caso, quello di questo blog. Terremoti, malattie, violenze, soprusi. Oggi mi è capitato di vedere un melanoma di una bambina di 8 anni. Mi stava venendo da piangere al microscopio. Pensavo alla madre...
Ci si lamenta sempre di ciò che non si ha, non soffermandosi a pensare a ciò che invece si possiede. La cosa migliore sarebbe imparare a goderselo.
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Strano che, con una persona con cui si è condiviso tre fra gli anni più bui della propria vita (perchè lui li ha resi tali), si sia in rapporti in apparenza "amichevoli". Che poi non la si sopporti è tutt'un altro paio di maniche. Però capita ogni tanto una telefonata (raramente, per fortuna), capita che ci si incontri e ci si saluti amichevolmente. E a questa persona si augura tutto ciò che si merita (e, in genere, non sono cose positive).
Al contrario, capita invece che con una persona che si è adorato in maniera smisurata, se ci si vede per caso per strada si giri la faccia dall'altra parte e si faccia finta di non conoscersi. Eppure, quando si intravede fra la folla questa persona, si ha un tuffo al cuore e si è investiti da una ventata di immensa tenerezza e, forse, nostalgia. E a questa persona si augura tutto il bene del mondo, che se lo meriti o meno (ma se lo merita tutto).
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Purtroppo esiste gente tonta. Non mi viene da definirla in altro modo. Cioè, un termine ci sarebbe, ma mi sembra troppo volgare. La Prof è una di queste. Ok, sai fare il tuo lavoro e lo fai bene. Ma questo non ti dà il diritto di credere che tu sia la sola persona brava a fare questo lavoro. Non ti dà il diritto di andare a parlare continuamente degli errori degli altri e a sbandierarli. Non ti fa sembrare più brava, ma solo più deficiente. Perchè tutti sbagliano. Tu compresa. Non è denigrando gli altri che innalzi te stessa. Non puoi andare a chiedere a un giovane endocrinologo:-Può mettermi in contatto con un endocrinologo bravo, Tizio, Caio o Sempronio?-. Lui cosa è, stupido? No, lo dimostra il fatto che ci ha riso sù. Non puoi stare a voci in corridoio a dire che oggi, con la crisi che c'è, i figli si fanno solo per sbaglio, mentre quelli della vostra generazione li facevano con coscienza perchè avevano una solida posizione economica (?!). Non puoi dire, sempre a voci in corridoio:-Siamo andati a vedere il bambino di Tal dei Tali. Ma quanta gente incinta c'è? Nonostante la crisi la gente non fa altro che zompare- (?!). Non puoi venire in camera, tutti i giorni, a sbafarti ciò che trovi, tu che non hai quasi mai offerto niente (e comunque niente di buono) e poi lamentarti se non trovi i dolci. Ed andare in giro a cercare chi ti offra acqua (perchè sei troppo tirchia per mettere 40 centesimi alla macchinetta per una bottigetta) a dire che:-Queste bambine, non so perchè comprano queste cose alla paprika! Mi hanno fatto venire una sete!-. Non puoi dire in giro:-Poverine, queste sono a contratto, quasi non arrivano a fine mese-. Se pure fosse vero, saranno fatti delle persone interessate! Non delle persone incontrate casualmente per strada.
Poi ti lamenti che stai sempre sola. Che nessuno ti segue. Chissà come mai...
Chi è causa del suo mal pianga sè stesso.